Il Terzo Paradiso tra condivisione e inclusività
L'arte incontra la neuroatipicità
Connessione, interazione, dialogo, generazione, collettività, responsabilità, società, scienza, arte: sono numerose le parole chiave che si potrebbero associare all’iniziativa di arte socialmente impegnata che si è ispirata al Terzo Paradiso il 19 settembre presso la Tenuta Presidenziale di Castelporziano, e che ha visto la partecipazione di persone neurotipiche, neuroatipiche, bambini e adulti. La performance, che mira a sciogliere il paradigma di diffidenza verso il diverso, è proposta da Cittadellarte – Fondazione Pistoletto Onlus e Connettivismo nel quadro del progetto Quirinale Contemporaneo della Presidenza della Repubblica.
La performance è stata presentata al Presidente Mattarella alla festa di chiusura delle iniziative sociali della Tenuta Presidenziale di Castelporziano il giorno 29 settembre 2023.
La realizzazione del simbolo del Terzo Paradiso formato da persone neurotipiche e neuroatipiche vuole dare risalto al valore che l’alterità e le differenze hanno in una collettività partecipata. Nel solco dell’operato del Maestro Pistoletto, emerge in maniera sostanziale la congiunzione di Arte e Scienza, nello specifico di Arte e Neuropsichiatria, da cui la stretta collaborazione tra il Maestro Pistoletto e il dott. Zoccante: due mondi che a loro volta necessitano di un dialogo sempre più aperto e sincero affinché la società possa crescere forte di solide basi, strumenti e consapevolezze.
Citando il Maestro, nel Terzo Paradiso si rende possibile l’equilibrio tra i vari aspetti della vita sociale. In esso si configura una civiltà in cui le differenze non vengono allontanate, ma avvicinate per produrre convergenza, convivenza, comprensione, condivisione, inclusione e scambio.
L’ispirazione per l’iniziativa ha le sue radici nella teoria del Connettivoma – recentemente pubblicata dal dott. Leonardo Zoccante – un modello scientifico-interpretativo che supera l’approccio tradizionale ai disturbi dello spettro autistico, considerando quindi la persona nella sua totalità psico-somatica e non più solamente per gli aspetti neuro-psichici. Parimenti, la performance intende superare l’idea di accoglienza per giungere alla convivenza, condivisione e compartecipazione non solo nell’arte, ma anche nella quotidianità. Proprio nella condivisione si stabilisce la realizzazione dell’inclusione e dell’integrazione, da cui l’intento della performance di plasmare un tempo e uno spazio di condivisione, dove la compartecipazione di un’attività pone le basi per modelli di convivenza, commenta il dott. Zoccante.