Letture caleidoscopiche
Un consiglio di lettura, un elenco di libri che toccano, approfondiscono e attraversano i temi trattati dagli artisti e dalle artiste di LENSart.
Saggi, romanzi, graphic novels, libri di illustrazione per tutte le età, tutti i generi, tutti i gusti.
Proprio come un caleidoscopio, le letture consigliate sono in continuo divenire: mostrano i diversi colori, forme e sfaccettature che i personaggi, le storie e le parole che popolano i libri, come le nostre vite, possono avere. Cambiano, si trasformano, si intersecano, si allontanano e si avvicinano, prendono nuova vita della vita stessa.
Il nostro invito è quello di uscire dalla tua personale forma mentis e selezionare quel titolo che solitamente non sceglieresti.
Questa è una lista partecipata: ringraziamo chi ha contribuito a compilarla e ti invitiamo a suggerire nuovi titoli.
Un ferroviere ligure che da cinquant’anni costruisce uno smisurato presepe fatto con materiali di recupero. Un muratore messinese che trasforma la sua baracca in una casa dei sogni. Un contadino sardo che modella una donna di quindici metri fatta di colla e reti da pollaio… Sono questi i «costruttori di Babele»: artisti irregolari che hanno realizzato – fuori o ai confini dell’ufficialità e del mercato dell’arte – un proprio universo immaginario. Questa originale ricerca sui luoghi «al margine» delinea così una geografia anarchica animata da misconosciuti autodidatti che hanno consacrato decenni della loro vita a un’opera totale. Storie affascinanti e inconsuete di «immaginazione abusiva» affidate a differenti ricercatori che si misurano sul racconto delle loro imprese, sul paesaggio in cui nascono, sul destino di quei fragili universi.
Ci sono storie che aspettano di essere raccontate. La storia di Taja che vive coi suoi zii, e i genitori li sente una volta al mese. O della sua compagna di banco Charlie Dí, che il giorno della Festa della fioritura scompare saltando il fiume. O di Giulio Abour, che traduce per sua madre le bollette e le poesie. Delle ragazze e dei ragazzi di Basilici, che sono italiani ovunque siano nati. Sono storie d’identità, paura del diverso e desiderio di appartenenza. Di discendenze lontane, e di un domani che si esige nelle proprie mani. A raccontare questi ragazzi è Sara, che tutte le settimane li incontra per aiutarli con la scuola. Ha il loro stesso colore di pelle ma è cresciuta in Città. Credeva di vedersi tutta intera, invece si accorge di dover ancora mettere insieme molti pezzi. Un romanzo d’esordio dalla vivezza rara, palpitante. Uno sguardo sul mondo completamente nuovo e urgente.
Una nota stonata. Un movimento anomalo della zampa. Non è niente, si dicono. Sarà la solita artrosi. Il veterinario, però, è partecipe ma fermo. Cara non potrà più camminare, presto le sue zampe posteriori non funzioneranno più. Un processo indolore ma inarrestabile.Non c’è niente da fare? C’è sempre qualcosa da fare. Perché la vita è la nostra occasione, fino all’ultimo respiro; perché accogliendola in famiglia l’hanno promesso con tutto il cuore: avrò cura di te. Prodigio della fiducia e del passaparola, spunta la soluzione: un carrellino. Ed ecco che Cara è di nuovo in pista, con le sue zampe-ruote. Zampettando e ruotando felice per il quartiere, suscita coccole, pensieri e amore. Ci mostra ciò che è prezioso nella diversità della vita, e noi sorridendo intoniamo insieme a lei: ora e sempre resilienza.
Camila non ha ancora vent’anni quando si affaccia per la prima volta sulla zona più buia del Parco Sarmiento. Camila è una donna che ama, soffre, lotta. Camila è Cristian, un bambino che si prova di nascosto i vestiti della madre, i rossetti, gli orecchini, e trema alle sfuriate del padre. Camila è destinata a fare la puttana, a morire buttata in un fosso, così le hanno detto, così le hanno augurato. Questa è la storia di Camila e del gruppo di donne trans che diventerà la sua famiglia: c’è La Zia Encarna, madre protettrice con i seni gonfi di olio motore, c’è María la Muta, che sogna di volare, c’è La Machi, capace di curare ogni male. Ci sono le notti senza fine, le botte dei clienti, gli insulti, le fughe dalla polizia. C’è la scoperta di sentirsi diversi, il rifiuto dei genitori, la solitudine, la povertà. C’è un’ironia caustica, c’è tutta la gioia di un’identità finalmente propria e la voglia di vivere di un corpo che rinasce, che fiorisce.
Ci sono voluti dodici anni perché Giacomo imparasse a vedere davvero suo fratello, a entrare nel suo mondo. E a lasciare che gli cambiasse la vita.
Un uragano minaccia di colpire Bois Sauvage, Mississippi. In un avvallamento chiamato la Fossa, tra rottami, baracche e boschi, vivono Esch, i suoi fratelli e il padre. La famiglia cerca di prepararsi all’emergenza, ma tutti hanno altri pensieri: Skeetah deve assistere il suo pitbull da combattimento dopo il parto; Randall, quando non gioca a basket, si occupa del piccolo Junior; ed Esch, la protagonista, unica ragazzina in un mondo di uomini, legge la storia degli Argonauti, è innamorata di Manny, e scopre di essere incinta. Nei dodici giorni che scandiscono l’arrivo della tempesta, il legame tra i fratelli e la fiducia reciproca si rinsaldano, uniche luci nel buio della disgrazia incombente.
Questo saggio racconta il percorso personale di formazione, individuale e collettivo, delle due autrici. Il primo passo è il riconoscimento dell’abilismo che permea la nostra società e dei meccanismi con cui marginalizza le persone con disabilità come loro. Il secondo è iniziare a decostruirlo giorno per giorno e provare a farlo tuttә insieme. Il terzo è comprendere come funziona il rapporto tra le persone con disabilità e il resto della società. Perché la disabilità non è qualcosa di intrinseco, non è dentro i corpi o le menti delle persone, ma è il risultato di una relazione sbagliata tra loro e il mondo abilista in cui viviamo. Raccontando la dimensione pubblica con i problemi di rappresentazione delle soggettività disabili e l’importanza dell’intersezionalità delle lotte in un’ottica transfemminista, arrivano alla dimensione individuale: la quotidianità nella vita adulta, la sessualità, i desideri e soprattutto il diritto all’autodeterminazione.
Tutti i bambini, prima o poi, passano quella fase in cui provano a entrare nello spazio fragile e bellissimo che si apre con la ricerca di libertà: un periodo in cui si vive con il fiato sospeso. Sospeso come prima di un tuffo. Sospeso come sott’acqua prima di iniziare a espirare in mille bolle. Sospeso come quando avviene qualcosa che non ti aspetti. Quello che Olivia non si aspetta è che tutto possa cambiare grazie al coraggio che nasce dall’amicizia e dalla fiducia in sè stessi. Olivia sceglie di uscire dal guscio di protezione e isolamento che negli anni si è come chiuso attorno a lei. Fa questa scelta buttandosi in un’impresa avventurosa per aiutare quella che fino a poco tempo prima era la sua rivale, ma che ora, cacciatasi in un grosso guaio, chiede il suo aiuto. Al suo fianco ci sarà Leonardo, il suo amico di sempre.
Oliver Sacks è un neurologo, ma il suo rapporto con la neurologia è simile a quello di Groddeck con la psicoanalisi. Perciò Sacks è anche molte altre cose: «Mi sento infatti medico e naturalista al tempo stesso; mi interessano in pari misura le malattie e le persone; e forse anche sono insieme, benché in modo insoddisfacente, un teorico e un drammaturgo, sono attratto dall’aspetto romanzesco non meno che da quello scientifico, e li vedo continuamente entrambi nella condizione umana, non ultima in quella che è la condizione umana per eccellenza, la malattia: gli animali si ammalano, ma solo l’uomo cade radicalmente in preda alla malattia».
Oggi Malala è il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere, ed è Premio Nobel per la Pace 2014. Questo libro è la storia vera e avvincente della sua vita coraggiosa, un inno alla tolleranza e al diritto all’educazione di tutti i bambini del mondo, il racconto appassionato di una voce capace di cambiare il mondo.
Hana abbandona gli studi universitari che, piena di curiosità e di entusiasmo, aveva da poco iniziato all’Università di Tirana per tornare a vivere sulle montagne del Nord dell’Albania, nella casa dello zio che l’ha cresciuta dopo la morte dei genitori e che adesso è vedovo e malato. Un atto d’amore e di gratitudine che assume i tratti di uno spaventoso olocausto di sé quando Hana, che si rifiuta di accettare il matrimonio combinato che permetterebbe allo zio di morire in pace ma che costringerebbe lei a rinunciare alla propria indipendenza, pensa che l’unica via di uscita sia diventare una Vergine giurata: una di quelle donne, cioè – la cui esistenza è prevista dal Kanun albanese –, che decidono di farsi uomini e di rinnegare la propria femminilità.